sabato 28 agosto 2010

CONSIGLI & SUGGERIMENTI

         Riflettendo su quanto il nostro lavoro possa essere rappresentativo dell'azienda in cui lavoriamo, elenco qui di seguito alcuni utili consigli per la top cassiera, che non vogliono essere altro che suggerimenti in base a quanto ho notato su mè stessa in questi ultimi mesi, premetto che io per prima spesso mi sono lasciata andare allo sconforto ed ho manifestato segni di squilibrio mentale e comportamentale (in parte dovuti anche all'età):
       L'abbigliamento di una cassiera al top non dovrebbe essere nè troppo "festa al Billionaire" nè "mercato delle pulci a Posillipo", una via di mezzo che garantisca nei limiti di una divisa che rimane a metà strada tra il Gabibbo e Babbo Natale, l'anonimato in momenti cruciali e la visibilità in altri... Vedere cassiere in gonne spiegazzate con orli improbabili e camicie medagliate al valore dell'unto e penzolanti scomposte fuori da pantaloni  ascellari che hanno visto il vapore di un ferro da stiro passare senza sfiorarli, non è un bello spettacolo.....Pettinarsi al mattino stile Brunetta, anche se siamo più alte e , si spera, più belle, non è una mossa vincente...
       Ciabatte di peluche in inverno e zoccoli da geriatria in estate andrebbero aboliti insieme all'espressività da primo risveglio mattutino di un tricheco o allo sbadiglio libero in faccia a chiunque abbia la sfiga di dover interagire con noi.....
       L'atteggiamento verso il cliente deve essere rilassato, non rassegnato... la nostra arma  è il sorriso che non deve essere un ghigno velenoso stile "Vorrei vederti incastrato sotto il primo tir" e nemmeno una risata isterica da ricovero  coatto in psichiatria, ma un sorriso di solidarietà col cliente come a dire "So che per te è un brutto momento.. Pensa a quanto sto peggio io...." che rinfranca il fenomeno e lo fa sentire, pur nella sfiga, fortunato .......
        Un sorriso può disarmare e mandare con gentilezza il peggior "diversamente educato" a  f.........endere le nebbie della sua ignoranza, senza che per questo debba sentirsi offeso.
            Una certa sicurezza garantisce la riuscita dell'operazione, giocare a bowling con angurie e meloni cercando di fare strike sulle mani dei clienti cafoni, ad esempio, ha un effetto migliore se il tiro viene accompagnato nel primo tratto con mano ferma e un sorriso neutralizzante..... il dito schiacciato è una certezza in questo ultimo caso e lo sguardo rassicurante evita qualsiasi rimostranza.......                    
        L'autocontrollo   è la nostra forza,  da usare sempre e comunque nei momenti più difficili... Vi faccio un esempio: oggi un allegra famigliola si presenta alla mia cassa, impanata di sabbia e solare, direttamente dalla spiaggia....... il capo famiglia ha in mano una coca ghiacciata e la moglie, come si parla ad un bambino di tre anni, mormora al marito "dai la bottiglia alla signora che la passa e poi te la ridà"... Io mai più  immagino che questa cotoletta di S. Babila mi passi la bottiglia aperta e quando me ne accorgo metà coca è già sul mio scanner in uno sfarfallio di bollicine... Lo guardo con pietà mista ad un irrefrenabile desiderio di strangolarlo a mani nude e quando la moglie si gira imbarazzata e gli urla "Ma la passi aperta la bottiglia? Lui risponde arrabbiatissimo "E certo, la stavo bevendo.. Come gliela passo chiusa?"  Il mio autocontrollo è stato messo a dura prova... Mi ha dato molta soddisfazione, però, resistere al desiderio di tirarlo per le spalline della canottiera stile "fronte del porto" e farlo atterrare sulla mensola con la sua, di fronte .... ho virato per un calcolato e lentissimo svuotamento delle borse frigo in modo che  la catena del freddo si interrompesse quel tanto che bastava a scatenare disturbi intestinali certi in tutta la famiglia........Colpire tutti, per colpirne uno......
        L'autocontrollo è quello che ci trattiene dall'urlare all'ultimo della fila "lei è l'ultimo" come fosse una condanna eterna... il poverino potrebbe soffrire di complessi di inferiorità per tutto il resto della vita...... Infatti quando la sentenza è pronunciata ci sono diverse reazioni: a) l'interessato/a si allontana col suo cestino, senza aver capito una cippa, sentendosi rifiutato dal mondo  e noi abbiamo la certezza di avergli rovinato la giornata; b) l'interessato/a ci guarda  con la stessa vivacità di un grizzly in letargo lasciando allungare la coda dietro di lui/lei senza profferire parola; c) l'interessato/a comincia a litigare con chi arriva dopo, rischiando di suo per la causa della cassiera ......
       E poi ci sono le varie occasioni in cui perdiamo le speranze......
...   Quando passiamo tonnellate di merce e alla fine di tutto, con un sorriso ci rivolgiamo alla cliente ".....Sono 125 euro e 70 centesimi"  e la stessa, ricambiando il nostro sorriso mormora "Ma io ho solo 50 euro......"
      Quando vediamo con la coda dell'occhio l'autodidatta che strapazza il sacchetto di plastica quasi volesse biodegradarlo col sudore dei palmi e alla domanda cruciale con piglio deciso risponde perentorio "Il sacchetto è mio, l'ho portato da casa"....
      Quando il fenomeno ultimo della fila, vedendo che noi lo stiamo guardando in un secondo di pausa tra l'uscita dello scontrino della carta di credito e la firma del cliente che stiamo servendo, prende l'occasione al balzo e ci domanda  agitatissimo "Signora, il prosciutto è in promozione a metà prezzo?"
      Quando il frenetico che stiamo servendo sbuffa e picchietta sulla mensola alla battitura del codice a barre di un articolo, nemmeno stessimo digitando la partitura della 9a di Beethoven.....      
      Sono tanti i momenti in cui il nostro autocontrollo è messo a dura prova, ma sta alla cassiera reagire e accompagnare il cliente in questa esperienza primordiale che è la spesa e soprattutto il pagamento della stessa in cassa....
      Coraggio ragazze.... ce la possiamo fare......

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